(breve) viaggio in Portogallo #1

Breve resoconto in pillole di un breve viaggio in Portogallo

GIORNO 1 – INCONTRI IN AEROPORTO
I viaggiatori si svegliano alle 6 di mattina per prendere l’aereo che li porterà in Portogallo, più precisamente a Porto. Il suddetto aereo parte alle 11.30 e Bologna non è tanto lontana, ma i viaggiatori sanno bene che di Trenitalia non c’è da fidarsi, così arrivano in aeroporto con largo anticipo, tanto da fare due chiacchiere con un uomo solito andare in Portogallo per lavoro, per montare o supervisionare macchine e meccanismi. Ulteriori dettagli non sono dati nonostante la loquacità del personaggio, il quale li delizierà con qualche perla da viaggiatore esperto. Il narratore, che altri non è che uno dei due viaggiatori, ne ricorda (e riporta) un paio: “Per me la vacanza è stare a casa, dormire nel mio letto, andare a funghi” e “Se uno deve andare in Pakistan è meglio andare all’ospedale”. I viaggiatori per fortuna non devono andare in Pakistan, ma in Portogallo, che l’uomo ben più esperto di loro (non solo per l’età) sostiene essere una bella terra, dove andare con piacere.
Con anche la benedizione del montatore e supervisore meccanico, oltre che quella dei numi tutelari della letteratura portoghese portati in valigia, inizia quindi il (breve) viaggio in Portogallo dei nostri due viaggiatori.

GIORNO 1 – IN VOLO
Il volo dura 2h40 o più letterariamente due ore e quaranta minuti, ma uno dei due viaggiatori trova il modo di ingannare il tempo addormentandosi prima del decollo e svegliandosi poco prima dell’atterraggio. Dell’altro viaggiatore, purtroppo, non è dato sapere molti dettagli su come abbia trascorso il volo.

GIORNO 1 – NON ERA FIGO
Il primo giorno a Porto, benché privato di buona parte della giornata, non risulterà avaro di sorprese e meraviglie, visite, passeggiate e scalinate, ma, andando con ordine, i due viaggiatori scoprono la cortesia portoghese fin dalla funzionaria, non hanno notato se sia una poliziotta o altro, accanto alle macchinette che li aiuta a fare il biglietto, parlando un ottimo inglese.
In aeroporto, i viaggiatori incontrano anche una squadra di calcio presumibilmente di una serie minore, in tenuta sportiva, di cui un elemento, evidentemente la star della squadra, il bomber o chi per lui, viene fermato e intervistato da una qualche tv, con anche qualche timido fotografo. Niente di eclatante, ma per un momento i viaggiatori pensano di essere al cospetto di Luís Filipe Madeira Caeiro Figo, tanto per ribadire l’ignoranza calcistica dei viaggiatori.

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