Author Archives: lerio

l’ovvia falsità

Individui autonomi non vengono trasformati dall’incontro. Sfruttano gli incontri per massimizzare i loro interessi, ma rimangono impermeabili a essi. Per seguire le tracce di questi individui che non mutano non è necessaria l’arte di osservare. Un individuo «standard» può fungere da unità di analisi. Diventa possibile organizzare la conoscenza grazie alla sola logica. Senza la possibilità di incontri che trasformino, i matematici possono sostituire la storia naturale e l’etnografia. È la produttività di questa semplificazione ad aver resto tali scienze così potenti, e progressivamente si è dimenticata l’ovvia falsità della loro premessa originale.

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allora me lo dovevi dire

Una volta a mia mamma che mi picchiava ho urlato: “Non sono stato io a chiedere di nascere!” E lei: “Allora me lo dovevi dire”.
I miei volevano che diventassi ingegnere. In effetti se fossi ingegnere sarei disoccupato in ingegneria, così invece sono disoccupato in tutto.
In ogni caso siamo qui al mondo solo per aiutare gli altri. Ma cosa ci facciano qui gli altri nessuno lo sa.

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un mondo precario

Tutti i giorni sentiamo parlare di precarietà. La gente perde il lavoro o si arrabbia perché non è mai riuscita ad averne uno. Gorilla e delfini di fiume rischiano l’estinzione. L’innalzamento dei mari sommerge intere isole del Pacifico. Ma quasi sempre pensiamo a tale precarietà come a un’eccezione in un mondo che funziona, a qualcosa che «esce di scena», che abbandona il sistema. E se invece, come suggerisco io, tale precarietà è la condizione dei nostri tempi? Oppure, per dirla in un altro modo, e se i nostri tempi sono maturi per una sensibilità verso la precarietà? E se la precarietà, l’indeterminazione, e tutto quel che di norma consideriamo poco importante sono il centro della sistematicità che cerchiamo?
[…]
Pensare attraverso la precarietà cambia l’analisi sociale. Un mondo precario è un mondo senza teleologia. L’indeterminazione, la natura imprevedibile del tempo, spaventa, ma pensare attraverso la precarietà evidenzia anche che l’indeterminazione rende la vita possibile.

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come una freccia (assassina)

Se la fantascienza è l’apparato mitologico della tecnologia moderna, allora il suo mito è tragico. La «tecnologia» o la «scienza moderna» (uso queste parole come vengono usate solitamente, in una forma abbreviata mai messa in discussione che indica le scienze «dure» e l’alta tecnologia fondate su una continua crescita economica) sono imprese eroiche, prometeiche, fatiche di Ercole, concepite come trionfi, e quindi in ultima istanza come tragedie. La narrativa che incarna questo mito sarà altrettanto trionfalistica (l’Uomo che conquista la Terra, lo spazio, gli alieni, la morte, il futuro) e tragica (l’apocalisse, l’olocausto, prima o poi).
Se però si elimina la modalità lineare e progressiva del Tempo come freccia (assassina) che è propria del tecno-eroismo e si ridefiniscono la scienza e la tecnologia fondamentalmente come sacchetti della spesa culturali piuttosto che come strumenti di dominazione, uno dei piacevoli effetti collaterali è che la fantascienza può essere vista come un ambito molto meno rigido e angusto, nient’affatto prometeico o apocalittico, e in effetti come un genere più realistico che mitologico.

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quando il vostro mondo comincia a crollare

Che cosa fate quando il vostro mondo comincia a crollare? Io vado a fare una passeggiata e, se ho davvero fortuna, trovo funghi. I funghi mi riportano in me, non soltanto – come i fiori – per i loro colori sgargianti e i loro profumi, ma perché spuntano in modo del tutto inaspettato, ricordandomi quanta fortuna ho avuto nel trovarmi proprio lì. Allora so che esistono ancora piaceri tra i terrori dell’indeterminazione.

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non malgrado

Riflettere autenticamente significa darsi a se stesso, non come una soggettività oziosa e recondita, ma come ciò che si identifica con la mia presenza al mondo e agli altri come io la realizzo adesso. Io sono come mi vedo, un campo intersoggettivo, non malgrado il mio corpo e la mia storia, ma perché io sono questo corpo e questa situazione storica per mezzo di essi.

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simply too many choices

The ability to combine them only adds a layer of disorientation: when all experience can be deconstructed and reconfigured, there become simply too many choices. And in the absence of any credible, noncommercial guides for living, the freedom to choose is about as “liberating” as a bad acid trip: each quantum is as good as the next, and the only standard of an assembly’s quality is its weirdness, incongruity, its ability to stand out from a crowd of other image-constructs and wow some Audience.

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