6. Del traffico ho già detto (vedi 3.), della metro anche, ma non ho parlato della topografia.
Perdersi a New York non è facilissimo (per quanto ci capiti anche questo), dato che Manhattan è per lo più una griglia di vie perpendicolari, contrassegnate da numeri crescenti. La cosa che ci frega sono le vie con un nome proprio (che fanno slittare i numeri, e NON si sovrappongono continuando la numerazione come all’inizio avevo pensato) e le distanze fra le vie, non sempre omogenea. Ma anche il fatto che una via possa continuare nella matrice dopo un’interruzione (Central Park, via chiusa, o quant’altro) con lo stesso nome/numero. Questo particolare ci fa circumnavigare interi isolati o procedere a zigzag per Harlem per tutta una sera (dopo aver sbagliato tra l’altro la linea -> la 3 e la 1 fanno gran parte dello stesso percorso per poi dividersi sopra Central Park, e mentre la 1 continua sul lato West dove viviamo la 3 si sposta più a Est, non di poco). Un’ultima cosa da notare è che queste vie (numerate o meno che siano) proseguono per tutta la dimensione di Manhattan, rendendo quantomeno ambigue le fermate della metro chiamate con il nome di una sola delle sue coordinate.
Ancora un’altra (ultimissima): a Brooklyn sembra vigere la stessa regola, ma in realtà non si capisce niente e si crea solo ambiguità usando gli stessi numeri di Manhattan ma non corrispondenti (o a volte sì a volte no, non ho ancora capito neanche in che direzione crescono).
La topografia e le dimensioni di Manhattan (e quelle di Central Park) si possono comunque intuire molto bene dall’alto di uno dei suoi grattacieli (e dalle loro care terrazze panoramiche).