Appunti newyorkesi #3

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3. Per spostarci usiamo i mezzi pubblici:

3a. La metro.
Un po’ incasinata, indicazioni non sempre veritiere, spesso mancano pannelli che indichino le metro in arrivo e la loro destinazione, altrettanto spesso ritardi e lavori modificano il percorso oltre le tempistiche, bisogna prenderla con filosofia. E stare attenti da che parte si entra nella stazione, perché poi una volta dentro le stazioni più piccole non hanno collegamenti fra i due binari, quindi se si deve andare nell’altra direzione bisogna uscire, attraversare la strada, e rientrare (ritimbrando, in teoria, poi dopo si parla).
I biglietti: settimanale unlimited economicissimo (32 $) e sproporzionato rispetto alla singola corsa (2.75 $), tanto che ci sarebbe convenuto rifare il settimanale anche solo per i due giorni in più. Non l’abbiamo fatto e abbiamo risparmiato 2$ a testa, ma perdendo un sacco di tempo in conti e scarpinate non necessarie altrimenti.

3b. I bus.
Non hanno senso. Si prendono sempre col settimanale volendo, ma si fa (molto) prima a piedi, specie in centro. E non è un modo di dire. Ho fatto una prova e da una fermata all’altra guadagnavo spazio/tempo camminando, correndo ciao proprio.

3c. I taxi.
Mai presi, ma visto il traffico e la situazione dei bus mi viene da pensare che siano solo più costosi.

In generale, traffico surreale e manto stradale ridicolo, tanto che sembra di essere a Lecce più che a New York, non fosse per le dimensioni di tutto, comprese le macchine (anche il luogo comune sui macchinoni americani è confermato -> vediamo anche il primo camion la cui motrice è quasi più grande del rimorchio).