altro a cui pensare

D’altra parte, se mai dovesse succedere il peggio, scoprirete che non sono irrevocabilmente attaccato alla vita. Ho imparato la mia lezione. Anch’io posso indietreggiare di fronte a un dito che mi faccia un segno di richiamo, ritirarmi negli infiniti corridoi del mio essere. Anch’io posso arrivare ad adottare un punto di vista dal quale, come Plaatje, come Adonis, come Tamboer & Tamboer, come i namaqua, potrei sembrare superfluo. Al momento non m’importa di situarmi all’interno di quella prospettiva, ma quando dovesse venire il giorno, vedrete che, vivo o morto, che sia sempre esistito o non sia mai nato, non è mai stata una vera preoccupazione per me. Ho altro a cui pensare.


[J.M. Coetzee, Il racconto di Jacobus Coetzee, da Terre al crepuscolo, 1982,
trad. Maria Baiocchi, Giulio Einaudi editore 2003, p. 146]