all’amato ragno

Visto in sogno. Uno spazio tra un prato e un giardino comunale nel quartiere di Kensington, con una fontana o una statua nel mezzo. Una scultura, in ogni caso. Moderna, ma non modernissima. Astratta, con un ampio foro nel centro e alcune corde che la attraversano, come una chitarra, ma meno femminile. Grigia. Qualcosa che ricorda lo stile di Barbara Hepworth, ma fatta di pensieri scartati e di frasi incompiute. Quasi un merletto. Sullo zoccolo c’è un’iscrizione: «All’amato ragno le ragnatele riconoscenti».


[Iosif Brodskij, Un cimelio,
trad. Arturo Cattaneo, Profilo di Clio, Adelphi 2003, p. 201]