Questo gusto per ingombrare il tavolo dove lavoro di libri, fotografie, immagini, scatole, cianfrusaglie, penne e colori è un po’ come il mio gusto nel mangiare.
Tanto: assaggiando tutto, abbuffando la retina di segnali colorati.
La quantità, l’accumulazione di oggetti – segni diversi, non smette di affascinarmi, mi sembra nasconda un grande segreto.
Il fatto che questo segreto non ci sia, ma che sia solo il dato estetico della confusione ad attrarmi, non fa che alimentare il segreto.
[Alessandro Tota, Diario,
da Black #9, Coconino 2008, p. 80]