Si noterà infatti che in questa lotta tra Shakespeare e il ciabattino, non è il ciabattino a maledire Shakespeare o la bellezza, ma è colui che continua a leggere Shakespeare e non sceglie di fare gli stivali, che del resto non potrebbe mai fare. Gli artisti del nostro tempo somigliano ai gentiluomini penitenti della Russia Ottocentesca; li giustifica la loro cattiva coscienza.
[Albert Camus, L’uomo in rivolta
trad. Liliana Magrini, Bompiani 2009, p. 279]