È dunque facile immaginare le città cablate del futuro non come cornici per il cyberpunk o la world music stile Megatripolis, ma come un fuoco di bivacco hi-tech, persone che si collegano per ricordarsi com’era la vita da scollegati, plasmando il loro isolamento in qualcosa di simile alla comunità.
[David Toop, Oceano di suono, da qui]