Seppellivano provviste
disseppellivano provviste
montavano tende
smontavano tende
ogni giorno compivano
i medesimi gesti e questa ripetitività
e l’uniformità del paesaggio attorno a loro
contribuivano a dare l’impressione
che non avanzassero, che rimanessero
sul posto invischiati da un terreno colloso.
A volte si riunivano dentro le tende
e facevano programmi per il futuro.
Di domenica celebravano messa.
Percepivo le parole
sacro divino sacrificio
pronunciate più volte
con molta intensità ma forse con scarsa efficacia
e che rimandavano ad altre cerimonie
molto lontane e altrettanto superflue.
[Filippo Tuena, Ultimo parallelo
il Saggiatore 2021, p. 89]