Non-recensione di Can’t and Won’t, di Lydia Davis, quando sono esattamente a metà della sua lettura (pagina 142 di 283):
Spesso, quando leggo i testi brevi e brevissimi di Lydia Davis, mi chiedo perché li abbia scritti, e ancora di più: pubblicati. Non che non mi piacciano o li trovi sgradevoli, ma non li capisco. Cerco un significato nascosto dietro di essi, il loro significato simbolico, o metaforico, e non lo trovo. A volte penso che sia tutto lì di fronte a me: quelle parole, quello che dice, è tutto lì. Ma non mi basta. Altre volte, i testi brevi e brevissimi di Lydia Davis, sono fonte di ispirazione. Anche quando non li capisco, anche quando non capisco perché li abbia scritti, selezionati e pubblicati, mi danno l’idea per scrivere qualcosa di simile, e forse similmente ermetico, qualcosa che ha un significato per me, e non per Lydia Davis, e forse per pochissimi altri. Quando poi lo faccio, o anche solo penso di farlo, penso anche di aver capito perché Lydia Davis abbia scritto, e poi pubblicato, quel testo.