esiste ancora la parola?

Lo Spellato, avvertendo la pioggia, si mette subito a imprecare, mentre Malente è quasi fiero della poggia, come se l’avesse fatta lui. Una pioggia quasi passata al setaccio, tanto è fine, che noi, come ci viene in mente, una volta chiamavamo acquerugiola, distinguendola così da tutti gli altri tipi di pioggia, ma esiste ancora la parola?


[Gert Hofmann, La parabola dei ciechi (Der Blindensturz), 1985
trad. Tiziana Prina, Racconti Edizioni 2019, p. 121]