L’uomo non è quel mammifero, quel vertebrato viviparo dotato di due sessi né quella creatura dal sangue caldo dotata di polmoni, Homo faber, anmale sociale, classificabile secondo le tavole della classificazioni di Linneo e il catalogo dei successi raggiunti dalle civiltà. Quanto piuttosto è la sua chimera, la sua fatale ampiezza, un prolungato e continuo contrasto tra l’intenzone e il risultato, in poche parole, la brama d’infinito, l’insoddisfazione come dato preordinato, questo è il nostro punto di contatto.
[Stanisław Lem, Golem XIV, trad. Lorenzo Pompeo
da Universi, Mondadori 2021, p. 1453]