Passare direttamente da Guerra e pace alla Nausea sa molto di tradimento.
Uno storico, e per giunta francese! (c’è da dire che per Tolstoj sarebbe stata molto più problematica la prima categoria della seconda)
In qualche modo sono entrambi studi filosofici, ma Tolstoj non credeva in alcuna libertà dell’essere umano, ma gioiva della sua esistenza, mentre Sartre si trova dal lato opposto della sponda.
Pierre cerca il significato della vita e si rasserena quando infine non lo comprende ma capisce che ci dev’essere, Roquentin inorridisce quando concepisce per la prima volta la propria esistenza, come quella di tutte le altre cose/persone che lo circondano.
L’incontro/scontro con l’ex amante è la parte più interessante della Nausea, due filosofie e due personalità opposte si confrontano dopo essere giunte parallelamente alla stessa perturbante conclusione. Cosa rimane dei momenti perfetti cercati da Annie, senza uno scopo nella vita? Cosa resta delle ricerche storiche di Roquentin, quando non c’è più una verità a cui appigliarsi?
Senza schemi e direzioni i due amanti si lasciano ancora, senza che questo possa più turbarli.
La condizione di Roquentin è quella di uno straniero che arriverà dieci anni dopo sulle spiagge di Algeri (specie quando pensa con indifferenza di infilare un coltello nell’occhio dell’Autodidatta; altro personaggio fantastico che cerca di darsi uno schema fin troppo rigido nella propria formazione, ma che non sa resistere a impulsi proibiti nel luogo di culto per eccellenza: la biblioteca, e per questo o ancora una volta per imperturbabilità Roquentin penserà di soccorrerlo, inutilmente).