GIORNO 2 – VERSO COIMBRA
Le autostrade portoghesi sono larghe e ben messe, ma soprattutto frequentate da pochissimi camion, a differenza di quelle italiane, e dal traffico affatto aggressivo, a differenza di quelle tedesche. I sorpassi avvengono abbastanza fluidamente da sinistra quanto da destra, tanto da far sospettare i viaggiatori che sia un’usanza lecita in Portogallo, ma a parte questo dettaglio la cortesia portoghese si riflette piacevolmente anche sullo stile di guida.
Le autostrade, come le strade statali e a maggior ragione quelle minori, sono immerse in altissimi e fitti boschi di alberi sottili e spogli se non per una chioma irraggiungibile e impenetrabile: pini marittimi, cedri, cipressi e altre specie di cui i viaggiatori purtroppo non sanno il nome.
Nonostante quanto appena detto, da Aveiro a Coimbra i viaggiatori percorreranno una strada statale, più stretta e frequentata da camion. Il traffico non è comunque stressante, ma buona parte del viaggio verso Coimbra è stato dietro ad un camion pieno di tronchi che faceva molto Twin Peaks. Ma anche Final Destination.
GIORNO 2 – COIMBRA, DORMIRE A
Arrivati a Coimbra, i due viaggiatori cercano un posto per dormire e lo trovano sulla strada principale che immette al centro cittadino, poco lontano dal parcheggio dell’automobile. Entrati in un vecchio edificio, i viaggiatori trovano due uomini, non troppo anziani ma neanche troppo giovani, immersi in un’incomprensibile conversazione, quasi stupiti di veder entrare qualcuno in quel piccolo ingresso. Il gestore dell’hotel si rivela uno dei pochi portoghesi a non sapere una parola di spagnolo, inglese o qualunque altra lingua, forse per l’età, mentre l’amico aiuta i viaggiatori nella comunicazione, rivelando anche di essere stato due volte a Fatima a piedi nell’anno in corso. Ecco, i viaggiatori non passeranno neanche per Fatima, ma ringraziano comunque il cortese e baffuto amico del gestore per l’aiuto e prendono con entusiasmo una larga camera con bagno (e bidet!) al residencial Infante Dom Henrique.
GIORNO 2 – COIMBRA, MANGIARE A
Ai due viaggiatori non resta molto tempo per concludere la seconda giornata con una cena migliore della prima, così si avviano verso il centro della cittadina (Coimbra non è certo una megalopoli, come quasi tutte le città portoghesi). Visitano così brevemente la parte bassa di Coimbra, camminando su e giù per le strette viuzze, ma non vedendo che l’inizio della camminata e scalinata che porta alla parte alta, dove è situata la famosa università che si contende il primato di anzianità con quella di Bologna. Così si fermano, dietro suggerimento di una coppia di italiani incontrati per caso, in un ristorantino della Coimbra bassa, trovandolo ottimo, sia per il servizio che per il cibo e per la spesa, tanto che il narratore non si esime dall’appuntarselo come promemoria, caso mai dovesse tornare a Coimbra non gli dispiacerebbe tornare al A cozinha da Maria, specie per la carne, visto che Coimbra è una delle poche città che visiteranno lontana dal mare.
Al ritorno al residencial, i viaggiatori troveranno il vecchio nella reception, intento a guardare da vicino telenovelas verdi su di un piccolo televisore, e gli comunicheranno che gradirebbero dormire una notte in più lì, nel suo residencial. Il vecchio sorride, annuisce, dice qualcosa di non ben chiaro in portoghese e li manda a letto.
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