Le donne, che erano virtuose schiave, divennero libere e dissolute; il divorzio divenne cosa comune; i ricchi smisero d’aver figli. I Greci, che erano passati attraverso una fase simile centinaia d’anni prima, incoraggiarono con il loro esempio quello che gli storici chiamavano il decadimento morale di Roma. Ma anche nei periodi più dissoluti dell’impero, il romano medio pensava a Roma come un esempio di modello etico più puro nei confronti della decadente corruzione greca.
L’influenza culturale della Grecia sull’impero di Occidente diminuì rapidamente dal terzo secolo d.C. in poi, soprattutto perché decadde la cultura in generale. Molte furono le cause, ma una in particolare va ricordata. Negli ultimi tempi dell’impero di Occidente il governo fu, più chiaramente di prima, una tirannide militare, e di solito l’esercito sceglieva come imperatore un generale vittorioso; ma ora l’esercito, anche nei suoi gradi più elevati, non era più composto di Romani colti, bensì di semibarbari provenienti dalle frontiere. Questi rozzi soldati non avevano alcuna dimestichezza con la cultura e consideravano i civili unicamente come coloro che potevano offrire una fonte di guadagno. I privati erano troppo poveri per poter sopportare grosse spese ai fini dell’educazione, e lo Stato considerava l’educazione non necessaria.
[Bertrand Russell, Storia della filosofia occidentale (History of Western Philosophy and its Connection with Political and Social Circumstances from the Earliest times to the Present Day), 1945,
trad. Luca Pavolini, TEADUE 1991, p.343]
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