Vado bello bello all’ufficiello in biciclello. È un po’ freschello, tira un venticello, ma ascolto Paolo Bello.
Mi tolgo il cappello, e subito il superiorello, un vecchierello paffutello, mi fa tutto un discorsello, manco fosse un indovinello. Non ci capisco un bacello in tutto questo carosello, allora chiedo al furfantello cosa vuole sul più bello.
Lui mi dice “Giovincello, ho bisogno di un libello”. Si tratta del nuovo applicazioncello. Ho bisogno di un modello, non posso scrivere il libello, se ne occupa quel birbantello del programmatorello. Mi siedo sul mio sgabello, cerco qualche contattello, poi dirigo il mio battello verso il referentello. Non c’è nessun tranello, quello mi risponde e manda il mio libello, cosí che io possa bello bello girarlo al furfantello.
Il vecchierello mi ringrazia e si compiace scioccherello, cinguettando come un uccello.
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