Esercizi di stile: fiaba

C’era una volta un impiegato umile e povero che viveva in una piccola casa in campagna.
Questo impiegato tutte le mattine andava a lavorare in bicicletta, perché non aveva altri mezzi. Passava però da in mezzo un boschetto dove gli alberi lo proteggevano dal sole e gli uccellini cantavano al suo passaggio una dolce melodia dei Genesis.
Una mattina più fresca del solito, l’impiegato arrivò in ufficio tutto infreddolito e si avvicinò alla stufa per scaldarsi un poco. Ma subito l’orco che controllava il suo lavoro lo chiamò con voce tonante dal monte soprastante.
L’impiegatuccio si inerpicò sul per le rocce, per giungere alla grotta dell’orco schiavista. Questi lo aspettava con una faccia accigliata che non faceva presagire nulla di buono.
“Ucci ucci ucci, sento odor di problemucci” iniziò l’orco, andando avanti a torturare il povero impiegato per lungo tempo, senza dirgli perché l’aveva chiamato nel proprio antro. Chiuse il proprio sproloquio con un enigmatico “Vedi un po’ tu cosa puoi fare”.
L’impiegato allora raccolse a sé tutte le proprie forze per osare rivolgere una domanda tanto diretta all’orco, e chiese cosa si aspettasse da lui. Solo allora l’orco rispose che esigeva che gli si portasse la statua del re a grandezza naturale per il giorno successivo. Se ce l’avesse fatta l’orco l’avrebbe lasciato libero una volta per tutte, con un’ottima buonauscita, altrimenti se lo sarebbe mangiato vivo. E gli avrebbe dimezzato lo stipendio.
Questa statua però era molto famosa, e non tanto per il materiale, plasticaccia e derivati vari, quanto per la sua inspiegabile predilezione del re, che l’aveva voluta nel proprio giardino e non l’avrebbe ceduta a chicchessia. Figuriamoci all’ultimo degli impiegati dell’orco cattivo.
L’impiegato però si ricordò di aver già conosciuto lo scultore della statua in questione e gli venne un’idea. Prima di tutto però doveva contattarlo, e per questo si affidò ai suoi amici uccellini. Grazie a loro le missive e le relative risposte giunsero in tempo per attuare il piano dell’impiegato, sempre più preoccupato man mano che il tempo passava. Non poteva certo mettersi lui a scolpire una statua simile! Non avrebbe saputo da dove cominciare e il falso sarebbe stato notato anche da un grezzone come l’orco.
Proprio quando la giornata lavorativa stava per concludersi, arrivò la risposta che l’impiegato stava aspettando. Con le giuste informazioni, si diresse dal mago che abitava poco lontano l’ufficio, mentre l’orco dall’alto lo osservava e si sfregava le mani, certo dell’insuccesso di quello stupido impiegatuccio.
Il mago però sapeva il fatto suo e accettò di buon grado la richiesta dell’impiegato, dietro la promessa di un oggetto mistico da portare al polso, possibilmente marchiato rolex. Mentre si sentivano già rumori strani e lampi di tutti i colori uscivano dalle finestre del mago, l’impiegato andò in centro a procurarsi l’oggetto mistico richiesto. Gli sarebbe costato una fortuna, ma in caso di successo non avrebbe avuto problemi economici…e in caso di in successo, beh, meglio non pensarci!
La mattina dopo, l’orco, sbalordito, trovò la statua del re proprio nel suo ufficio, affianco all’impiegato che non riusciva a nascondere un sorriso di compiacimento. Pur malvolentieri, l’orco dovette mantenere la parola data e l’impiegatuccio smise di lavorare una volta per tutte e visse felice e contento per il resto della sua vita.
Per fortuna l’orco cattivo non conosceva le stampanti 3d.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

*

*